«Eh no, non ho idea... però era bravino, da quel che ricordo.»
«Solo bravino?»
Le faccio una smorfia.
Lei mi guarda perplessa.«Guarda meglio la foto.»
Lei la osserva. Fronte corrugata. Poi mi guarda di nuovo.
«Eh?»Mi avvicino, forse troppo.
Non è stata una buona idea.
Il profumo dello shampoo mi arriva dritto in faccia.
Pelle calda, ancora leggermente bagnata.
Mi costringo a fissarla negli occhi.Le indico la figura sullo sfondo. Il ragazzo vicino al microfono.
«Guarda lì.»Lei sgrana gli occhi di colpo. Si blocca. Poi riporta lo sguardo su di me.
«Ma... no. Aspetta. Sei... sei tu?!»«Proprio io.»
Resta in silenzio per un secondo. Il cervello visibilmente in cortocircuito.
Poi scoppia a ridere, incredula.
«Non ha senso. Ma che coincidenza assurda è?!»«Già. Quante possibilità c'erano? Una su un milione?»
Ci guardiamo un attimo.
Lei abbassa lo sguardo sulla foto e sorride di nuovo.
Io cerco di respirare normalmente.«No vabbè, è assurdo davvero. Cioè... ero lì, tu pure... e non lo sapevamo nemmeno!»
Fa una pausa, come se solo in quel momento le arrivasse tutto addosso.Sembra sinceramente sorpresa. Poi alza lo sguardo verso di me.
«Ti dirò una cosa... quella sera lì me la ricordo più di quanto vorrei.»
«Ah sì?»
Sorrido, curioso. Lei incrocia le braccia, stringendosi meglio l'asciugamano addosso.
Il vapore della doccia le ha lasciato la pelle arrossata e i capelli spettinati in un modo che non riesco a ignorare.«Sì. E non solo per la tua performance da bravino, eh.»
Accenna un sorriso, poi lo spegne subito, come se si fosse pentita.
«Sicuramente tu non lo ricordi, ma... se eri davvero tu il cantante quella sera, ti eri avvicinato e mi avevi fatto una battuta. Una cosa stupida. Io avevo sorriso.»Cerco di ricordare.
Niente.
Diciamo che a Genova, in quel periodo, di battute con le ragazze ne ho fatte un bel po'.«E poi?» le chiedo.
Lei si incupisce un attimo, poi scuote la testa.
«Non mi ricordo. Credo che stessi uscendo dal locale in quel momento.»
Alza le spalle, si volta. Come a voler chiudere lì il discorso."Ok, ora vado a vestirmi davvero," dice lei con un sorriso imbarazzato, stringendosi meglio l'asciugamano intorno al corpo prima di sparire nel corridoio.
Resto lì per un secondo, come se dovessi riavviare il cervello.
Poi abbasso lo sguardo sulla foto. La rimetto al suo posto, con attenzione, incastrandola tra le lucine e le altre, come se volessi lasciarla esattamente com'era.
Mi guardo intorno un'altra volta, poi mi siedo sul bordo del letto.
Dopo qualche minuto la porta si apre di nuovo.
Sole rientra in tuta e maglione, i capelli ancora umidi e sciolti sulle spalle.
Ha un'aria più rilassata, ma le punte dei capelli stanno bagnando il tessuto del maglione.«Ehi,» dico, accennando con la mano, «dammi il phon.»
Lei mi guarda con un sopracciglio alzato. «Perché?»
«Ti asciugo i capelli.»
Ride. «Non sei serio.»
«Mai stato così serio.»Lei scrolla la testa, divertita, va verso il bagno e io la seguo. Prende l'asciugacapelli da un cassetto e me lo porge.

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every breath you take || OLLY
FanfictionA meno che tu non sia l'unica L'unica per me le altre le vedo Le altre si che le vedo Ma a te ti sento dentro come un pugno
10. PASTA (SCOTTA)
Comincia dall'inizio