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ma a te ti sento dentro come un pugno
Sole
«Macché. Ferme, vi accompagniamo noi». Boom. Boom. Boom. Il cuore fuori dal petto.
La serata è stata surreale. Di quelle che ti si imprimono nella mente, che ti restano incollate addosso per sempre. Ho conosciuto un sacco di persone, tutte con un'energia bellissima. Erano lì per lui, per il bene di Federico. Lui al settimo cielo. Non si è fermato un attimo. Ha cantato, ballato, scherzato, festeggiato. Quando è circondato dalle sue persone, emerge un lato di lui che mi disarma: diventa buffo, leggero, l'anima della festa. È come se tornasse bambino con loro.
All'inizio Silvia e Chiara hanno provato a tirarmi in mezzo, a farmi cantare, ballare. Con scarsi risultati. Mi conoscono un pochino ormai, sanno che non è facile smuovermi. Non è per "tirarmela", non è che non voglia. Solo... mi sento spesso un pesce fuor d'acqua. Loro si conoscono tutti. Io no. Così, mi siedo e osservo. Lo faccio spesso. Mi estraneo. Guardo le persone divertirsi da fuori, come se non ci fosse modo di farne parte davvero. È bello da vedere. Emozionante. Ma dentro, fa anche un po' male. Mi chiedo perché a me non riesca, perché senta sempre questo peso sul petto.
Mi sono ritrovata a parlare con Giada. È stata una sorpresa. Mi ha raccontato un po' della loro famiglia. I loro genitori sono un magistrato e un avvocato. Mi ha detto delle facce che hanno fatto quando Federico ha detto che voleva fare il cantante. Ma anche di come, alla fine, non gli hanno mai tarpato le ali. L'hanno lasciato volare. E ora eccolo lì, nel suo cielo.
Poi è arrivato lui. È riuscito a tirarmi in pista, a farmi restare, canzone dopo canzone. Quando è partita Rewind, l'ho sentito stringermi. E nella mia pancia... un branco di elefanti. Non farfalle: elefanti. In corsa. È da quando sono arrivata a casa sua, nel pomeriggio, che mi sento su una giostra. Salite, discese, curve strette. Un'altalena continua tra testa e cuore.
Una cosa però l'ho notata. Federico è molto fisico. Con tutti. Anche stasera ha abbracciato e stretto a sé chiunque. È il suo modo di comunicare. Di dare affetto. Quindi no. Il fatto che sia stato vicino a me per la maggior parte del tempo... non vuol dire niente. Non deve voler dire per forza qualcosa. Devo ricordarmelo. Devo.