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ma a te ti sento dentro come un pugno
Sole
"Finisco di riassumere questo capitolo e poi posso pranzare. Poi ricomincio," dico tra me e me. Nell'ultima settimana non ho fatto altro che studiare, studiare e... studiare. Sono arrivata a vedere le parole doppie, ma non mi sono comunque fermata. La settimana prossima inizia la sessione e ho ben quattro esami da dare. Quattro. E non ho ancora studiato bene per nessuno. Avrei dovuto iniziare molto prima, ma un po' perché senza ansia non carburo e un po' perché c'erano i ragazzi qui a Roma... non ho fatto assolutamente nulla.
Sono rientrati a Milano circa una settimana fa. Sono tutti super presi dall' annuncio del disco. Ogni tanto, mentre ceniamo, io e Silvia li videochiamiamo. Ho avuto persino l'onore di essere aggiunta nel gruppo WhatsApp: I peggio di GE. Non mi sono fatta domande. È meglio.
Punto di domanda gigante quanto una casa: Federico. Gli ultimi giorni in cui sono stati qui sono stati... intensi. Sì, intensi è il termine giusto. Non so dare un nome né alla situazione in cui ci troviamo, né tantomeno a cosa mi si scatena in pancia quando si avvicina.
Quella sera mentre ballavamo, e poi la notte sul dondolo, quando siamo rimasti a parlare... mi ha completamente mandata in tilt. Sono riuscita ad aprirmi, e lui è riuscito a capirmi ancora prima che mi spiegassi. È una connessione rara. Mi fa paura.
Saremmo due amici perfetti. Con i fiocchi. Se non fosse che sarebbe squilibrata. Perché lo devo ammettere: Federico è oggettivamente uno dei ragazzi più belli che io abbia mai visto. A partire dalle spalle, fino al taglio degli occhi o al mezzo sorriso che fa quando è in imbarazzo. Non è solo una questione estetica. Sono i modi, le parole che sceglie, i dettagli. Ma me lo ha detto lui, e io l'ho ribadito a me stessa: nessuno dei due cerca, o è nella posizione di volere qualcosa che vada oltre l'amicizia. Nulla di serio. Perciò restiamo così. In questo limbo in cui quello che è successo ha valore, ma non abbastanza da destabilizzare i nostri piani.
Ci scriviamo ogni tanto. Lui mi manda foto mentre è in studio; io quando sono a lezione. Abbiamo continuato a parlare, a conoscerci. Quel ragazzo ha un mondo dentro, allucinante. Ho scoperto che ha una sorella, Giada, poco più piccola di lui. Che giocava a rugby, anche abbastanza bene. Che tifa Sampdoria come fosse la sua religione.