STAI LEGGENDO

every breath you take || OLLY

Fanfiction

A meno che tu non sia l'unica L'unica per me le altre le vedo Le altre si che le vedo Ma a te ti sento dentro come un pugno

#amicizia #amore #fanfiction #federicoolivieri #genova #juli #julien #jvli #musica #olly #sanremo

10. PASTA (SCOTTA)

Comincia dall'inizio
                                        

Click.
Ci guardiamo un attimo prima di abbassare entrambi il telefono.
Uno di quegli scatti un po' mossi, con poca luce, ma che ti restano addosso.
Il momento sembra niente — e invece è tutto.
Non so dire perché, ma stare con lei rende tutto... meno distante.
Più leggero.
Come se esistesse solo questo istante.

Arriviamo finalmente a casa sua.
«Vado a farmi una doccia calda, poi mi metto a ripassare» dice.
Annuisco.
«Se vuoi stenderti, vai pure in camera mia. Le lenzuola sono pulite.»

La ringrazio piano e mi infilo nella stanza.

Anche se non me l'avesse detto, avrei capito lo stesso che è la sua.
Piena zeppa di poster, CD e vinili, candele profumate, trucchi, vestiti sparsi ovunque.
Ci sono libri, impilati nella libreria, con post-it colorati che spuntano dalle pagine, e appunti sparpagliati su ogni superficie disponibile.

Sulla parete vicino al letto ha appeso una marea di foto con le lucine.
Mi fermo a guardarle.
Tra quegli scatti ci sono frammenti sparsi della sua vita, come se avesse paura di perdere per strada anche solo un pezzo.

Ce ne sono alcune di quando era bambina, e ripenso a quello che mi ha raccontato in macchina.
Aveva un viso più dolce allora, più rotondo. Ora è più donna, ma gli occhi... gli occhi sono gli stessi. Hanno la stessa luce.

Deve amare da morire la sua famiglia.
In ogni foto insieme a loro sorride a trentadue denti, sempre.

Riconosco ogni scatto dei suoi viaggi grazie alle date e ai luoghi scritti sotto col pennarello: Londra, Madrid, Berlino, Parigi.
Poi vedo anche Firenze, Venezia, Napoli, Genova.
Prendo in mano quella di Genova.

Mi si blocca il fiato in gola.

Cazzo.
Com'è possibile?
Quante probabilità c'erano?

Lei è in primo piano, sorride.
E io sono dietro. Vicino a un microfono.
Una foto di almeno due anni fa, a giudicare dal mio stato pietoso. Probabilmente stavo suonando in qualche locale sul porto.

Ho un déjà-vu.
Probabilmente è lo stesso locale che mi aveva fatto sorgere il dubbio dalle sue storie su Instagram.

Sto ancora fissando quella foto.
Mi sembra una scena da film, una di quelle coincidenze che non credi finché non te le trovi davanti, stampate, tra le mani.

La porta si apre di colpo.
Sole entra, si sta asciugando i capelli con un asciugamano piccolo, arruffato.
Ne ha un altro avvolto intorno al corpo, stretto bene sopra il petto.
La pelle ancora umida, le guance arrossate dal calore della doccia.

Mi blocco.
Letteralmente.
Non riesco a staccare gli occhi da lei.
E lo so — lo so — che dovrei voltarmi, dire qualcosa, qualunque cosa.
Ma niente.
Resto lì. A guardarla.
Un po' impacciato. Un po'... compiaciuto, lo ammetto.

«Scusami», dice lei, come se nulla fosse. «Ho dimenticato di prepararmi i vestiti prima di buttarmi sotto l'acqua.»

Annuisco. Cerco di sembrare normale. Non credo di riuscirci.
«Tranquilla.»

Lei nota la foto che ho in mano.
«Che fai, il tour guidato delle mie foto?»

Sorrido e le porgo la stampa.
«Questa mi ha colpito.»

Lei la prende, la guarda distrattamente.
«Ah sì, ero a Genova. È di qualche anno fa... Ci eravamo fermati in questo locale super carino, facevano anche musica dal vivo. Forse lo conosci.»

Mi scappa una risata, che maschero tossendo.
Non si è accorta di nulla.

«Musica live, eh? Non ti ricordi chi cantava? Magari, essendo di Genova, lo conosco.»

every breath you take || OLLY Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora