Silvia annuisce alla proposta di Fede di accompagnarci.
Finalmente oggi ha potuto rivedere tutto il suo gruppo di amici. Era serena, con l'anima in pace. Come se fosse tornata davvero a casa.
"Sil, se vuoi restare, resta. Non hai esami nei prossimi giorni. E poi non è mai morto nessuno per un viaggio in treno da sola", le dico. Non voglio che se ne vada solo per starmi dietro. Tanto io sarò comunque persa tra appunti e tentativi di dormire, quindi non avrebbe senso.
"Non ci pensare, non ti lascio tornare da sola. Magari, appena finiamo entrambe, saliamo di nuovo per qualche giorno in più," dice scuotendo la testa con decisione.
"E se invece restassi tu?" le propongo. "Io vado a dare l'esame e poi torno. Stiamo qualche giorno qui e poi si torna insieme a Roma."
Le si illuminano gli occhi. Vuole restare, si vede lontano un chilometro.
"Davvero? Ti va?"
Annuisco, e lei mi butta le braccia al collo stringendomi forte.
"Grazie!"
"Non devi ringraziarmi, e soprattutto non devi rendere conto a me. Resta quanto vuoi. Ne hai bisogno, si vede. Sarò felice di tornare qui dopo sto maledetto esame" le sussurro all'orecchio.
Mi bacia la guancia e si stacca da me, con un sorriso nuovo stampato addosso.
"Dopo questo momento molto toccante," dice Juli, fingendo di asciugarsi una lacrima, "propongo: Fede accompagna Sole alla stazione. Tu invece," indica Silvia con un sorriso, "vieni con me."
Ci salutiamo, e io e Fede ci incamminiamo verso la sua macchina."Aspetta che accendo l'aria calda, si gela."
Annuisco, stringendomi nelle spalle. Il vestito non aiuta, e il freddo sembra essermi entrato dentro, fino alle ossa.Lui mi lancia un'occhiata di lato, poi si toglie la giacca e senza dire nulla me la appoggia sulle gambe.
"Almeno una volta nella vita dovevo fare il gesto da gentleman," dice con una risata bassa.
Rido anche io, più piano. "Onorata di averti dato questa occasione."
Mi sistemo la giacca sulle cosce, cercando di mascherare il brivido — e non solo per il freddo."E quindi," riprende lui, "vai in stazione, aspetti da sola il treno e poi ti fai tre ore di viaggio."
Annuisco. "La dura vita di chi non è una popstar."
Lui sorride di lato, senza staccare gli occhi dalla strada.Per qualche secondo c'è solo il rumore ovattato del motore. Poi, con voce più bassa, gli chiedo: "A cosa pensi?"
Lui si gira un attimo verso di me, poi torna a fissare la strada.
"A tante cose. Al disco. Alla paura che non arrivi come vorrei. Juli ha fatto un lavoro assurdo, ogni base è una bomba... ma io non so. Ho messo dentro troppo di me. Mi chiedo se basti."
Le parole gli escono tutte insieme, quasi in apnea."Non so quanto conti la mia opinione..." inizio, ma lui mi interrompe, stavolta con lo sguardo fisso nei miei occhi.
"Conta."
Lo dice piano, ma è fermo, deciso.
Mi si stringe qualcosa dentro. Non dico niente per un secondo, poi sorrido."Secondo me hai fatto un gran lavoro, Fede. È un disco che racconta, che tocca. Vero, profondo. Non c'è niente di costruito. E questo la gente lo sente. Lo sentirà."
Lui abbassa appena lo sguardo, e un sorriso gli sfiora le labbra. Non dice nulla, ma so che mi ha sentita. Davvero.Poi, quasi senza pensarci, mi appoggia la mano sulla gamba, sopra la giacca. È un gesto semplice, ma mi arriva dritto allo stomaco.
Dio mio, Federico. Non così."Lo sai che sei l'unica che continua a chiamarmi Fede?" dice, senza togliere la mano. "Tutti gli altri mi chiamano Ico."
Sorrido, ma non mi sposto.
"È bello, Ico. Ma non penso di averti conosciuto ancora così a fondo da conoscere Ico" gli dico.
"Cosa vuoi sapere?"

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every breath you take || OLLY
FanfictionA meno che tu non sia l'unica L'unica per me le altre le vedo Le altre si che le vedo Ma a te ti sento dentro come un pugno
9. COSA VUOI SAPERE
Comincia dall'inizio