Apro l'app dell'università, vado nella sezione esami prenotati e cerco quello maledetto di processuale. 11:30.
Niente da fare."Alle 11:30. Non ce la farò mai a tornare in tempo. Metti che il treno fa ritardo... sono fregata."
Lei alza un sopracciglio, scuote la testa come se stesse per darmi una grande lezione di vita.
"Ripartiamo la notte, io e te. Arriviamo magari nel pomeriggio del 24, ci godiamo la festa, e appena finisce andiamo dritte in stazione. Dormi in treno, arrivi a Roma e ti presenti all'esame."La guardo allibita. È ufficialmente impazzita.
"Silvia... come pensi che possa dare un esame serio dopo aver dormito forse due ore, su un treno rumoroso e puzzolente? Senza ripassare, senza i miei appunti, senza tutti i miei riti scaramantici?"Lei mi lancia uno sguardo da madre delusa.
"Ma vuoi davvero mangiarti le mani per non esserci andata? Una vita di rimorsi. Sei giovane, hai la media del 30, sei un mostro a studiare. Puoi fare tutto, anche un esame senza dormire. Dai, ti prego: andiamo. Ci divertiremo, sicuro.
E poi ammettilo: ti ho sentita prima mentre riascoltavi in loop il vocale di quello scemo. Muori dalla voglia di rivederlo."Parla a raffica, senza pause, con quella convinzione fastidiosa che mi fa sempre cedere.
Io la fisso. Penso che sarà un disastro.
Che il giorno dopo mi maledirò con ogni fibra del mio corpo.Ma poi mi ripeto la mia frase preferita: la vita è una.
(Perfetta come giustificazione ufficiale per fare la cazzata del secolo.)E così accendo il telefono e mi metto a cercare due biglietti per Milano.
"Ferma, ferma, ferma. Li ho già presi..." mi dice lei con una faccia innocente.
Io non so più come fare con 'sta ragazza.
"Inizia ad anticiparti tutto quel che puoi, che si parte tra due giorni," spiega e mi fa l'occhiolino.«Ah, e comunque a Federico non diciamo niente. Alberto sa che io ci sarò, ma nessuno deve sapere che vieni anche tu. Voglio proprio vedere la sua faccia da pesce lesso. Magari si sveglia un po'.»
La guardo, confusa.
«Ma che reazione dovrebbe avere? Mi saluterà e basta. Magari sta pure con un'altra e gli dà pure fastidio vedermi lì.»
Cerco di sembrare distaccata, ma la mia espressione mi tradisce in tre secondi netti.Silvia mi lancia uno sguardo esasperato.
«Giuro, vi detesto. Rendete complicato anche l'ABC. Quando era qui, Federico pendeva dalle tue labbra. Ogni scusa era buona per starti attorno. E con te parlava! Cioè, davvero parlava. Non le solite due frasi e poi via, modalità "ti va di venire in camera?". Capisci? Una roba mai vista.»Fa una pausa drammatica, poi riparte.
«Solo che lui è di pietra, si sa. Finché non si convince che può fidarsi, resterà sempre in modalità "emozioni limitate". Tu fai la dura, ma è solo paura. Paura di essere ferita, di passare per la scema che ha capito tutto male. Quindi ti blocchi. Ma la verità è che vi fate bene. Solo che nessuno dei due ha il coraggio di fare il primo vero passo.»
Resto in silenzio. Mi viene un dubbio.
"Scusa... ma ti stai laureando in psicologia o in architettura?"
Lei sorride e si avvicina al divano."Ti devi lasciare andare, Sole. Lascia perdere tutte le cazzate che abbiamo detto o fatto io e Alberto. Pensa a quello che provi tu. Se senti che vuoi passare il tempo con lui, e che ti fa piacere, non metterti il limite della paura. Hai l'occasione di vivere qualcosa di bello. Non privartene solo perché ammetterlo ti spaventa."
L'abbraccio, annuisco. Ha ragione.Studio come se l'esame dovessi darlo viva, sotto i riflettori, sul palco del release party.
Faccio mille calcoli: quanto posso dormire, quanto devo ripassare in treno, qual è l'orario perfetto per partire. Silvia ogni tanto entra in camera solo per accertarsi che il mio cervello non si sia del tutto liquefatto.Il giorno prima della partenza lo passo così: chiudo l'ultima ripassata e preparo lo zaino per la serata. In sottofondo, la playlist "This is Olly". È già da un po' che ascolto la sua musica. Ha una voce riconoscibile, che ti culla, anche quando canta testi allegri. Alcune canzoni mi piacciono parecchio — L'amore va, L'anima balla, Menomale che c'è il mare, Bianca. Sono piene, vere.
Finisco lo zaino: spazzolino, dentifricio, deodorante, caricabatterie, trucchi, profumo. Aggiungo il vestito che ho scelto per la serata: finta seta, beige, intrecciato sulla schiena, poco sopra il ginocchio. Si allaccia dietro al collo con un fiocco.
Ci butto dentro anche i tacchi, la borsa e — ovviamente — le dispense. L'ansia incombe.Zaino chiuso. Decido di uscire a fare una piccola spesa per il viaggio. Una volta uscita dal supermercato, col nostro kit di sopravvivenza da treno, rimetto in moto per tornare a casa.
Ma per strada vedo una vecchia cartoleria. Di quelle che da bambina amavo: ci andavo all'ultimo secondo, facendo impazzire mia madre, a prendere i fogli colorati per i lavoretti. Roberta, la proprietaria, mi aveva preso in simpatia. Spesso mi regalava penne o matite. Decido di fermarmi a salutarla."Ma guarda chi si rivede! Che fogli ti servono oggi? Blu, rossi, verdi? Li ho tutti, eh!"
Mi viene incontro con il solito tono allegro. La abbraccio."Sono passata per caso, mi andava di salutarti. Che stavi combinando?"
"Mi sono arrivate due scatole piene di penne da sistemare. Devo trovargli un posto," dice, rigirandone una tra le mani.Le tendo la mano, e lei me la porge.
È una penna nera, tipo stilografica, con dettagli argentati. Sopra, inciso:
"Scrivi, anche se trema la mano."Mi viene in mente una persona.
"Roby, me ne dai una? Se puoi... magari impacchettamela."Mi guarda con aria complice.
"Aia. Qua sento una strana sensazione nell'aria. Te lo sei trovato scrittore?"
Scoppio a ridere.
"Va bene, ho capito. Non si può dire. Però quando vi mettete insieme presentamelo, eh!"
Resto lì a pensare alla scena. Sorrido da sola.Prendo il pacchetto, pago, la saluto.
Esco col regalo tra le mani. E il cuore a mille.SPAZIO AUTRICE:
Hello!!
Ecco finalmente il capitolo, sto cercando di portarne uno al giorno, non è troppo semplice perciò sicuramente qualche giorno salterà.
Comunque, questi due a me fanno frignare davvero. Sole sta iniziando a pensarci troppo, magari è la volta buona. Un ringraziamento speciale a Silvia che veramente è stata la voce del popolo.
Grazie, ormai come sempre, per le letture e le stelline. Soprattutto grazie a chi commenta, mi fate capire cosa e quanto vi sta piacendo quello scrivo. Grazie di cuore!! Ci vediamo al prossimo capitolo. 💋💋💋

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every breath you take || OLLY
FanfictionA meno che tu non sia l'unica L'unica per me le altre le vedo Le altre si che le vedo Ma a te ti sento dentro come un pugno
7. STILOGRAFICA
Comincia dall'inizio