Non sapevo se l'idea di far lavorare insieme Daniel e Luke fosse stata quella giusta. Ma ero contenta di averli lì entrambi e anche molto preoccupata. Non potevo negare che le parole di Daniel mi avessero spaventato, Rori mi faceva davvero paura.
Ma non avrei lasciato che lo affrontassero da soli.
Ci tenevo, ad entrambi.
Li guardavo sulla scalinata mentre correvano sulla pista della distilleria. Erano bravi, forse ancora di più quando non gareggiavano l'uno contro l'altro.
Ma avevo lo sguardo fisso nel vuoto.
Pensavo a come mi ero sentita su quelle moto e come si sarebbero sentiti loro. Anche se sembravano essere nati per correre.
Non sapevo cosa avrebbe voluto Rori ma ero convinta che se Daniel e Luke avessero attutito le loro divergenze forse avrebbero potuto vincere, o almeno affrontarlo nel migliore dei modi possibili.
La verità è che in fondo avevo paura per Daniel.
Avevo paura di perderlo, come era successo con mia madre. Quando lei se ne era andata, avevo perso una parte di me e avevo finito per perdere anche lui. Non volevo che accadesse ancora, e temere per le loro vite mi agitava più del dovuto.
«Io credo che possa bastare. Infondo siamo i migliori e Rori fa gareggiare sempre i suoi scagnozzi no?» la voce di Luke mi riportò sulla terra, quando si fermarono proprio davanti a me togliendosi il casco.
Daniel era silenzioso, più del solito.Forse aveva troppi problemi per la testa.
«Daniel?» lo chiamai, anche lui come me sembrava trovarsi su un altro pianeta.
«Sì, io devo andare. Ci vediamo direttamente sabato sera.» Daniel era così, l'attimo prima c'era, l'attimo dopo spariva. E lo stava facendo anche in quel momento. Avrei voluto fermarlo, ma qualcosa mi diceva che voleva restare da solo.
Sospirai.
Daniel se ne sarebbe andato da un momento all'altro e avrebbe lasciato me e Luke da soli. Ma non sembrava che gliene importasse molto. Aveva forse cambiato idea su quello che ci eravamo detti?
«Vai con lui.» mi sussurrò Luke qualche secondo dopo. Mi voltai e lo guardai. Annuii soltanto e mi alzai dalla gradinata su cui ero seduta.
Volevo già farlo, forse però avevo bisogno di qualcuno che mi convincesse e quel qualcuno era stato proprio Luke.
C'era qualcosa in me che non riusciva a smettere di preoccuparsi per Daniel, di pensarlo, di chiedersi come stesse. A volte mi sentivo quasi in dovere di farlo. Era naturale per me. Era quello che avevo fatto da sempre anche senza mai saperlo.
Anche in Tony avevo sempre cercato gli occhi di Daniel, i suoi gesti, le sue parole, il modo in cui mi faceva sentire al sicuro. Daniel era sempre stato una costante della mia vita, forse il mio corpo sapeva più della mia mente che un giorno ci saremmo rivisti.
Presi la borsa e lo seguii.
Gli bloccai l'avambraccio e poi lo feci girare verso di me. Aveva appena rimesso il casco ma io riuscivo a vedere oltre quel muro che si costruiva. Perché poi? Perché farlo con me?
«Vengo con te, non puoi dire di no.» salii sulla sua moto e mi strinsi a lui. Dire di aver provato le stesse emozioni di quando eravamo andati al Luna Park era superficiale. Le parole che Daniel mi aveva detto davanti ai dormitori avevano riacceso in me la consapevolezza che ciò che provavo io verso di lui erano le stesse emozioni che provava anche lui verso di me.
I nostri corpi vibravano al contatto come se si trovassero ogni volta al posto giusto con la persona giusta.
Daniel era esattamente l'altra parte del mio filo rosso, come io lo ero per lui. Se in qualche modo il destino ci aveva fatto rincontrare probabilmente aveva qualcosa da dirci e io avevo intenzione di scoprire cosa.

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HEARTS - Quel filo che ci unisce
Teen Fiction[IN REVISIONE] [STORIA IN CORSO] Sophia ha conosciuto Daniel a tredici anni ad una festa. Da quel giorno diventato il suo migliore amico. Daniel bello, simpatico, il ragazzino che vogliono tutte, ma per Sophia tutt'altra storia. Si sono prom...